Come la più bella delle rose rinasco in primavera - "Fatti vedere" un mini racconto per voi

Riprendo in mano dopo tanto tempo il mio blog. Gestire i social, scrivere tra i vari impegni familiari non è cosa semplice, e qualcosa si trascura sempre. Tenere attivo un blog è importante perché è una sorta di base operativa dove si possono scrivere tanti articoli, presentare le novità, i propri lavori man mano che vengono creati. Ho deciso di pianificare più tempo a questo mio spazio che sarà come una sorta di diario dove raccontare i miei progressi lavorativi e dove poter mettere anche piccoli racconti più hot, un posto più intimo dove sarà un piacere soffermarsi. Sto scrivendo molto cercando di portare a termine molti progetti affinché possano finalmente vedere luce, mi sono fissata degli obiettivi e cercherò di portarli avanti eliminando man mano le cose inutili e perditempo. Riprendo in mano il mio blog dopo quasi quattro mesi e lo faccio lasciandovi un mini racconto scritto circa un anno fa. La tavola con i disegni su cui mi ero ispirata  mi erano stati gentilmente concessi da un amico che ringrazio e saluto cogliendone l'occasione.
Buona lettura,
arrivederci al prossimo post.  ❤️


"FATTI VEDERE"


Lo guardai senza fiatare, voleva vedermi, rimasi quindi ferma sotto il suo sguardo indagatore.
"Ho detto fatti vedere!"
"Non capisco..."
"Spogliati! Hai forse paura di esporti a me?"
Il tono della sua voce si alzò facendomi tremare, il suo guardo severo unito al suo grido mi fecero sentire una stupida. Questo era il potere che quell'uomo aveva su di me, mi inibiva di ogni forza. Ubbidii senza ribattere e con gesti impacciati slacciai la camicia denudando il mio seno senza staccare i miei occhi dai suoi. Fece un cenno con la mano portandola all'altezza della mia gonna, capii di dover togliere anche quella. Eseguii cercando di mantenere una calma solo apparente, ma il mio cuore non voleva saperne di smettere di battere all'impazzata. Feci scorrere anche le mutandine ma quando esse arrivarono a metà cosce lui alzò la mano in segno di alt, mi arrestai di colpo timorosa di fare un errore. Mi osservò ancora qualche secondo prima di togliersi la cinta sfilandosela dai passanti dei pantaloni con una maestria che la diceva lunga per poi piegarla in due e impugnandola ai capi. Chissà quante volte l'aveva fatto, ma in quel momento rimasi di pietra, terrorizzata per quello che sarebbe potuto accadermi. Non feci in tempo a realizzare che mi arrivò il primo colpo sul seno sinistro.
"Ahii!"
Saltai dal dolore, non immaginandolo così forte, abbi l'istinto di scappare ma non riuscii a muovere un passo, e mentre i miei pensieri cercavano una scappatoia a quella situazione arrivò un altro colpo, altro dolore, altro sgomento. Urlai tirando i lineamenti del viso e le prime lacrime cominciarono a scendere involontarie troppo provata e scioccata da quello che stavo subendo. Gettò la cinta a terra e senza perdere tempo con le dita mi afferrò i capezzoli, li strizzò con forza, urlai a bocca aperta, senza ritegno, cancellando la paura di farmi schernire da lui, e non riuscendo più a trattenere il mio svilimento scoppiai a piangere fregandomene di apparire un'ingenua ragazzina. Rise il bastardo della mia reazione e quando prese i lembi della mia camicia per riabbottonarla girai il viso quasi a nascondere con vergogna le mie lacrime. Qualcosa di speciale accadde dopo, con dolcezza avvicinò il suo volto al mio, mi prese il mento tra le dita e mi girò il viso, per fissarmi, studiando i miei lineamenti e ogni piccolo dettaglio. Cominciò a far scorrere il pollice sul mio labbro inferiore infondendomi calma, ristabilendo un contatto di fiducia. La rabbia che era montata nei suoi confronti fino a qualche istante prima svanì, mi offrii desiderosa alle sue attenzioni, alla cura con cui quasi venerante si dedicò. Sospirò quando i miei occhi divennero languidi e completamente rapiti dalla sua imponenza, senza pensarci la mia lingua cercò il suo dito, lo leccò con devozione creando nell'inspiegabile mistero di quello che avevamo vissuto un legame, ricevevo io un ringraziamento tacito per avergli offerto il mio corpo da frustare. Mi eccitai al contatto delle nostre pelli, la sua a lenire la mia ancora provata, gonfia di bruciore, bagnata di sudore e lacrime, e mentre la mia mente si intorbidiva passando dal tormento alla passione, l'ardore esplose, tra il piacevole dolore del mio seno e la lussuria che prepotente esplodeva tra le mie cosce.

"Fatti vedere"
di Cinzia Fiore Ricci
© Tutti i diritti sono riservati all'autore.

Un grazie speciale va a Marco Vicari per avermi gentilmente concesso una tavola di un fumetto di sua creazione. Quando l'arte del genio che è in noi e la creatività di ogni forma di espressione incontra l'erotismo.



Commenti

  1. Bentrornata Cinzia, bellissimo racconto.
    Stefano

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Stupendamente Bello..non ci sono parole..le tue parole di carta prendono forma e diventano nella mente storie vissute..Incantato.

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    1. Grazie Giuseppe per seguirmi anche qui. Farò di questo luogo la mia dimora <3

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